OMELIA DEL SANTO PADRE
LEONE XIV
NELLA CRIPTA DELLA BASILICA DI SAN PIETRO
Domenica,
11 maggio 2025
Comincerò con una parola in inglese e
poi magari un'altra in italiano.
Il Vangelo che abbiamo appena
ascoltato, in questa domenica del Buon Pastore, dice: «Le mie pecore ascoltano
la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono» (Gv 10,27).
Penso al Buon Pastore, soprattutto
nella domenica odierna, così significativa nel Tempo Pasquale. Mentre celebriamo l'inizio di questa nuova
missione, del ministero a cui la Chiesa mi ha chiamato, non c'è esempio
migliore di Gesù Cristo stesso, al quale diamo la nostra vita e da cui
dipendiamo. Gesù Cristo, che
seguiamo, è il Buon Pastore, ed è Colui che ci dà la vita: «la via, la verità e
la vita» (Gv 14,6).
Perciò celebriamo con gioia questo
giorno e apprezziamo molto la vostra presenza qui.
Oggi è la Festa della Mamma. Credo
che ci sia solo una mamma presente: buona Festa della Mamma! Una delle
espressioni più belle dell'amore di Dio è l'amore che viene riversato dalle
mamme, soprattutto sui loro figli e nipoti.
Questa domenica è detta speciale per
diversi motivi: uno dei primi che menzionerei è quello delle vocazioni. Durante
i recenti lavori dei Cardinali, prima e dopo l’elezione del nuovo Papa, abbiamo
parlato molto delle vocazioni nella Chiesa e di quanto sia importante che tutti
noi ci interroghiamo insieme. Anzitutto
e soprattutto dando il buon esempio con la nostra vita, con gioia, vivendo la
gioia del Vangelo, non scoraggiando gli altri, ma cercando piuttosto modi per
animare i giovani ad ascoltare la voce del Signore, a seguirla e a servire
nella Chiesa. «Io sono il Buon Pastore» (Gv10,11), ci dice Gesù.
Adesso aggiungo una parola anche in
italiano, perché questa missione che portiamo avanti non è più rivolta a una
sola diocesi ma a tutta la Chiesa: è importante questo spirito universale. E lo
troviamo anche nella prima Lettura che abbiamo ascoltato (cfr At 13,14.43-52).
Paolo e Barnaba vanno ad Antiochia, vanno prima dai giudei, ma loro non
vogliono ascoltare la voce del Signore, e cominciano allora ad annunciare il
Vangelo a tutto il mondo, ai pagani. Partono, come sappiamo, per questa grande
missione. San Paolo viene a Roma, dove alla fine lui la compie. Un altro
esempio di testimonianza di un buon pastore. Ma in quell’esempio c’è anche un
invito molto speciale a tutti noi. Lo dico anche in una maniera molto
personale; annunciare il Vangelo a tutto il mondo.
Coraggio!
Senza paura! Tante volte Gesù dice nel Vangelo: “Non abbiate paura!”. Bisogna
essere coraggiosi nella testimonianza che diamo, con la parola e soprattutto
con la vita: dando la vita, servendo, qualche volta con grandi sacrifici, per
vivere proprio questa missione.
Ho letto una piccola riflessione che
mi fa pensare molto, perché anche nel Vangelo viene fuori. In questo senso,
qualcuno ha domandato: “Quando tu pensi alla tua vita, come spieghi dove sei
arrivato?”. La risposta che danno in questa riflessione in un certo senso è
anche la mia: con il verbo “ascoltare”. Quanto è importante ascoltare! Gesù
dice: «Le mie pecore ascoltano la mia voce» (Gv 10,27). E penso che sia importante che tutti noi
impariamo sempre di più ad ascoltare, per entrare in dialogo. Anzitutto con il Signore: ascoltare sempre
la Parola di Dio. Poi anche
ascoltare gli altri: sapere costruire i ponti, sapere ascoltare per non
giudicare, non chiudere le porte, pensando che noi abbiamo tutta la verità e
nessun altro può dirci niente. È molto importante ascoltare la voce del
Signore, ascoltarci, in questo dialogo, e vedere verso dove il Signore ci sta
chiamando.
Camminiamo
insieme nella Chiesa, chiediamo al Signore che ci dia questa grazia: di poter
ascoltare la sua Parola per servire tutto il suo popolo.
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